A.L.F. - Apparecchi Luminosi Fototecnici

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A.L.F. - Apparecchi Luminosi Fototecnici
StatoBandiera dell'Italia Italia
Forma societariaSocietà a responsabilità limitata
Fondazione1952 a Firenze
Fondata daAlfredo Chirici
Chiusura1979 cessazione attività
Sede principaleSesto Fiorentino
ProdottiAttrezzature fotografiche e cinematografiche

A.L.F. - Apparecchi Luminosi Fototecnici (laddove il primo nome è acronimo della ragione sociale estesa, anche se la denominazione utilizzata è sempre stata quella completa di acronimo, e nome esteso) è stato un produttore di materiale elettrico e d'illuminazione, ad uso fotografico, cinematografico e scientifico, con sede a Firenze, in Italia. Il suo marchio era quello della stilizzazione di una statua di marmo raffigurante un animale mitologico leonino,appoggiato su uno scudo, il tutto sovrastante una base con le lettere stampatello A.L.F.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Venne fondata nel 1952 a Firenze, da Alfredo Chirici[1], inizialmente per la progettazione e realizzazione di componenti e strumentazioni per l'illuminazione di ambientazioni teatrali, fotografiche e cinematografiche professionali.

Alla fine degli anni cinquanta, espanse poi la propria attività anche alle fotocamere da studio nei formati 24x24 e 30x30 cm.

Neli anni sessanta l'attività dell'azienda, definita "officina di alta precisione" si era estesa, complice la collaborazione con le case di produzione cinematografiche e la clientela formata sia da professionisti della fotografia per rotocalchi che da dilettanti, a coprire quasi tutti i settori della filiera.

Era quindi cresciuta l'offerta del materiale da "studio": cavalletti, spotlight per uso teatrale cinematografico e televisivo (come il super, nelle versioni da 2000 a 250 W ad accessori intercambiabili), lampade e cavalletti per sale di posa. A questi si affiancavano, nella "divisione elettronica" creatanel corso del decennio, flash elettronici da studio con luci pilota al quarzo-iodio e fotocellula incorporata (quale l'EF800 W, EF 300 W)[2] ed i primi circuiti per sincronizzare le apparecchiature (quali il synchroblitz).

Oltre a questo, venivano commercializzati anche strumenti per lo sviluppo e l'elaborazione delle immagini (l'attuale post produzione): accanto agli ingranditori automatici (come il gioiello color), a mano (come l'ariston color), contasecondi ("printelux" con tastiera).

L'azienda aveva dato poi vita ad una nuova "divisione smaltatrici asciugatrici[2]", dedicata alla ricerca e sviluppo di rulli, smaltatrici rotative fotografiche per carta (quali la Alfetta),smaltatrici rotative a circolazione d'acqua, a resistenza, a singola piastra ed asciugatori per copie.

In questo modo, si poteva così pensare di accompagnare il lavoro dei professionisti dall'ambientazione e tecnica delle luci, attraverso la fotografia e l'elaborazione dello sviluppo, fino al prodotto finito, da presentare al cliente.

Nonostante l'ampiezza dell'offerta, nel corso del decennio, complice la concorrenza delle grandi aziende straniere, ed il crollo del mercato per i dilettanti (che si rivolgevano a prodotti meno costosi e soprattutto, non sviluppavano più in casa, affidandosi ai sempre più diffusi ed economici laboratori fotografici), la ALF cessò progressivamente la propria produzione[3], alienando il proprio magazzino.

Come avviene per analoghi prodotti ad uso professionale, complice l'assenza di elettronica particolare, alcuni apparecchi della A.L.F. hanno continuato ad essere utilizzati per diversi anni da Enti e Istituti, per essere poi progressivamente dismessi quando obsoleti. Alcuni di essi sono stati ceduti ad archivi storici, per la loro preservazione e conservazione[4].

La sede della Apparecchi Luminosi Fototecnici[modifica | modifica wikitesto]

La sede - costruita appositamente negli anni cinquanta - si trovava a Sesto Fiorentino, in via San piero a Quaracchi 64-66-68 / via del Ponte a Quaracchi. La struttura, estremamente particolare, consisteva in una palazzina verde fronte strada, con dei pini. I capannoni produttivi - 3 - erano posteriori ad essa, disposti parallelamente, e costruiti nel corso degli anni 50 e 60, via via che le esigenze della ALF aumentavano. Risultavano estesi verso l'interno, limitando l'ingombro laterale, e risultando invisibili dalla strada. Ancor dietro, era presente uno spazio per lo stoccaggio dei materiali e per il carico/scarico dei mezzi. La struttura è tuttora esistente, anche se in parte rimaneggiata, ed adibita ad altre attività.

Il marchio A.L.F.[modifica | modifica wikitesto]

Nella metà degli anni novanta, l'acronimo dell'azienda, unito al nome "service", è stato ripreso - per alcuni anni - da parte degli eredi del fondatore, per il noleggio e la fornitura di strutture, attrezzature, e servizi di illuminazione per eventi, con sede in parte dell'ubicazione originaria, senza però connessione con l'attività originaria di progettazione e produzione.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Rino Giardiello-Pescara, FOTOGRAFIA NADIR MAGAZINE - L'INDUSTRIA FOTOGRAFICA ITALIANA 4 - DANILO CECCHI, su nadir.it. URL consultato il 21 febbraio 2022.
  2. ^ a b ALF, Catalogo 1970.
  3. ^ Mario Malavolti, Le fotocamere italiane, Fotocamera s.a.s. Editore - Milano, 1994.
  4. ^ F.A.S.T. Foto Archivio Storico Trevigiano. Catalogo delle Attrezzature Fotografiche - PDF Free Download, su docplayer.it. URL consultato il 2 aprile 2022.